Se si parla di marketing si presuppone che alla base ci sia sempre un marchio, e il logo è la prima espressione di esso.

Quando si parla di brand, non ci viene mai in mente la componente fisica dei beni prodotti da un determinato marchio, ma bensì le sue intangibilità, che possono essere riassunte proprio nel suo logo, emblema fondamentale.

Credo che nessuno pensando alla sua marca preferita di caffè pensi ai chicchi di caffè, alla macchina del bar che lo macina oppure alle tazzine: la prima cosa che viene in mente è il logo del marchio produttore che preferisce.

Le 10 regole per creare un marchio perfetto sono queste e devono essere rispettate tutte il più possibile, per creare un elaborato funzionale in ogni contesto, rappresentativo per il brand in questione.

 

1. Semplicità

Il logo deve essere semplice: semplicità vuol dire facilità con la quale una cosa viene compresa, interpretata, letta, ricordata.
Non deve essere banale, ma deve essere facile nella sua lettura, non deve contenere troppe linee, filetti, ombre, effetti.

Pensa ai loghi di Nike, Apple, Adidas, Shell. Sono molto semplici, la semplicità è anche stata la chiave del successo del loro logo.

 

2. Replicabile anche in bianco e nero

Si, è importantissimo. Un logo per funzionare bene deve poter fare a meno dei colori. Bisogna sempre prevedere una versione del logo in bianco e nero: bianco su fondo nero, nero su fondo bianco.

Al giorno d’oggi si pensa che sia facile realizzare un logo, pasticciando con tutti i programmi che ci sono, eppure la differenza in un logo la fa il grafico, non il programma.

Un logo deve essere pensato per funzionare sempre, a prescindere dal colore.

 

3. Al tratto

Come per la regola del bianco e nero anche questa fa la differenza tra un grafico e un pasticcione.
Un logo deve potersi privare tranquillamente di sfumature, gradienti e ombre.

Al tratto significa che il logo deve essere composto di forme non sfumate, quindi solo forme nette.

Il Panda di WWF, per esempio, non ha bisogno di alcuna sfumatura per essere rappresentato, né ombre.

Questo non lo dico a caso: ipotizziamo di dover replicare il logo grande mezzo centimetro per mezzo centimetro sulle matite che l’azienda ha deciso di realizzare per regalare come gadget.

Come potrebbe venire stampato se avesse troppe sfumature? Neppure con le più avanzate tecnologie di stampa si otterrebbe un buon risultato in un’area così piccola su un supporto che non è la carta.

 

4. Identificativo

Passiamo alla parte più teorica del marchio. Deve essere identificativo, comunicare quello che è l’azienda, comunicare in un certo senso i suoi valori.

Ma se l’azienda deve ancora svilupparsi e non sappiamo quali sono i suoi valori?
Partiamo allora dalla sua mission!

Quale sarà la mission dell’azienda? Produrre e vendere carni di buona qualità in tutta la regione? Benissimo!
Allora potremmo partire con il fare analisi su tutto quello che gravita attorno all’allevamento, agli animali, alla natura (visto che si parla di qualità) e mettere giù delle bozze che possano tenere in considerazione tutti questi elementi.

Il logo deve essere identificazione dell’azienda e in esso l’azienda deve potersi rispecchiare. Un’icona rappresentativa di ciò che l’azienda è rispetto ai suoi concorrenti.

 

5. Riconoscibile

Un elemento distinguibile in modo tale che tutti sappiano di cosa si sta parlando.
Quante volte non sentiamo dire: “l’azienda XYZ? Ah si, quella del logo fatto così…”

Un elemento distinguibile e di forte connotazione sarebbe importante, così tutti potrebbero riconoscerla in un attimo.

In questi casi ci si può davvero far aiutare dall’iconografia, cercando qualcosa di davvero caratteristico da utilizzare per associare l’azienda ad esso.

 

6. Di facile lettura

Non tutte le storie possono sempre essere raccontate solo dal logo: voi sapreste perché il logo di Mercedes è così? Pensate che rappresenti il volante? Beh, non è proprio così.

Le storie dietro ad un brand possono essere molteplici, e il logo racconta una storia che magari è passata da anni, che magari non ha più interesse, se non per gli appassionati, dopo molto tempo.

Ciononostante, anche se la storia che possiamo leggere non è esattamente quella alle spalle del logo, esso deve essere sempre facile da leggersi e deve essere chiaro, almeno da un punto di vista dei segni (semiotica).

Quindi, se anche l’interpretazione può essere libera, i segni presenti nel logo devono essere pregni di forte connotazione, a vantaggio del brand naturalmente.

 

7. Unicità

Se parliamo di marketing e parliamo di brand, sappiamo che una delle dimensioni fondamentali di un marchio è la sua differenziazione dalla concorrenza, caratteristica che rende il brand in un certo senso unico, diverso da tutti gli altri.

Un logo non deve essere la copia di un altro, deve possedere dei caratteri che lo rendono simile solo a sé stesso, perché emblema dell’unicità del brand.

 

8. Modulare e inscrivibile

Questa è una caratteristica più tecnica, che solo un buon grafico è capace di interpretare.

Cosa significa modulare?

In architettura: inerente a un modulo architettonico. Es. Rapporti modulari di una costruzione.

In informatica: sistema modulare, composto di unità che possono essere aggiunte, eliminate o modificate senza che vi siano ripercussioni sul resto del sistema.

Quindi deve essere realizzato in modo da essere iscritto in una forma che lo racchiuda e in un certo senso possa essere diviso nelle varie parti in modo che a sé siano tutte funzionali.

 

9. Declinabile

Il logo deve essere declinabile nei vari supporti dove va rappresentato. Sulla stampa, in un sito, in un video.

Il logo deve potersi vedere in ogni supporto e deve poter essere utilizzato in ogni scopo.
Capita spesso che debba venire usato in una locandina, ma magari anche nei crediti di una produzione cinematografica, oppure in un sito tra i partner dell’evento, per non parlare di tutte le volte che potremmo vederlo sulle magliette.

Un logo deve poter essere applicato dappertutto altrimenti, quante occasioni di vederlo si potrebbero perdere?

 

 

10. Equilibrio

Equilibrio e armonia anche all’interno del logo, non è una filosofia zen, ma le forme armoniose e coerenti tra loro sono una variabile stilistica da tenere assolutamente in considerazione.

Raccordi, linee, spazi vuoti e pieni devono compensarsi e creare una struttura equilibrata. L’occhio ringrazierà.

 

 

LETTURA BONUS: altri 10 consigli

  1. Non utilizzare clip art: non tutti possono fare loghi, affidati ad un professionista o fai tanta ricerca. Le clip art sono disegni, vanno contro tutte le regole dette prima.
  2. Vietato utilizzare disegni o immagini per lo stesso motivo delle clip art. Non sarebbero riproducibili dappertutto e non sarebbero identificative come è un vero logo.
  3. Utilizza sempre o una o due font al massimo. Si tratta di un criterio grafico di base. Utilizzane una per il nome del marchio e una per il payoff sottostante. Ottima idea, non trovi?
  4. Sarebbe sempre necessario conoscere prima il nome di reale del marchio prima di creare un logo, potrebbe aiutarti nel cercare spunti per giocare con le lettere.
  5. Conoscere la mission che l’impresa si pone nel suo operato futuro. Come detto sopra se conosciamo la mission dell’impresa sappiamo cosa realizzare a cosa farci ispirare.
  6. Non seguire per forza le mode. Le mode passano, il tuo logo resterebbe datato.
  7. Deve essere disegnato a matita prima che a computer
  8. Coerente nei colori. Non utilizzare troppi colori: meno di tre se possibile. Il logo deve essere riprodotto in moltissimi posti, meno colori uguale meno problemi.
  9. Non deve contenere troppe idee grafiche e stili. Uno stile unico e identificativo.
  10. Deve essere declinato in tutta la sua corporate identity. Preparati a fare buste, biglietti da visita, furgone aziendale, a utilizzarlo nel sito e nei social media.
    Questo è uno dei motivi per cui deve possedere tutte le caratteristiche dette sopra. Un buon logo è un buon logo sempre, e portarsi avanti un buon logo vuol dire realizzare una buona comunicazione coordinata a 360°.

 

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