Usare i social in modo integrato e non accessorio.

Se da un lato tramite la SEO e le campagne di Google Ads abbiamo entrate dirette al nostro sito tramite i motori di ricerca, è vero che dall’altro abbiamo molte altre porte per far entrare a contatto con la nostra realtà il potenziale consumatore o colui che già ci segue.

Stiamo parlando dei social media, strumento indispensabile per la comunicazione digitale del brand.

Spesso vengono considerati il “primo strumento gratuito per farsi pubblicità”, ed è questa la reputazione che hanno.
Nati come strumento gratuito venivano considerati così fino al 2011, quando la gente ancora non li conosceva così bene ma tecnicamente erano già molto maturi.
Oggi considerarli uno strumento gratuito è sbagliato poiché investire del denaro nei social è un’operazione importante tanto quanto far stampare dei volantini e soprattutto il dispendio di tempo ed energie per pensare contenuti, quindi pagare qualcuno che lo faccia è tutt’altro che gratuito.

Serve una strategia di comunicazione per i social e qualcuno che produca contenuti, operazione tutt’altro che gratuita.

Spesso nelle aziende c’è il “ragazzo dei social”, una persona che magari conosce qualche funzione di qualche programma di grafica, è una persona creativa e anche se all’interno dell’azienda ha un ruolo totalmente diverso, è messo a creare qualche contenuto per i vari canali, senza che nessuno gli abbia dato una strategia da seguire o gli abbia chiesto di studiarne una.

La creatività da sola non basta, servono dati, tattiche e strategie per utilizzare lo strumento dei social, lo strumento da solo non significa niente.

 

IL PROCESSO PER LA CREAZIONE DI CONTENUTI

I social servono soprattutto per ottenere awarness, consapevolezza del brand. Questo non è un’obbiettivo per il quale basta premere un pulsante magico, serve un’attenta strategia e pianificazione.

Occorre innzitutto concentrarsi su un determinato pubblico e comprendere che schiera di follower abbiamo nei vari canali.
Molte strategie vengono duplicate su ogni canale social, senza pensare che su ogni canale social può seguirci gente diversa.

I social non vanno utilizzati in modo accessorio bensì devono essere utilizzati in funzione delle altre atttvità e di conseguenza, le altre attività vanno utilizzate per far funzionare i social.

Schema di come tutti gli strumenti, tra i quali il social media marketing debbano coesistere e aiutarsi a vicenda lavorando in modo integrato.

Il processo è questo. Creare contenuti per ottenere dati da analizzare, in modo da vedere chi ci segue, chi secondo la portata organica è interessato a ciò che pubblichiamo.
Analizzare i dati che ci sono pervenuti e sviluppare le prossime inserzioni pubblicitarie.

 

Vedere I SOCIAL IN MODO INTEGRATO

Come scrive Fancesco de Nobili nel suo libro “Digital Marketing integrato”, il Social Media Marketing integrato significa che va implementato all’interno di una strategia di marketing digitale più grande, dove SEO (con conseguente creazione di contenuti per la search intent) e vari altri strumenti di marketing vengono implementati, quindi i dati ricavati dai social serviranno per creare contenuti al sito, quelli raccolti dalle percentuali di apertura delle newsletter serviranno per la creazione di contenuti per i social e così via.

USARE FACEBOOK

Facebook che è il social media con più fasce d’età e di utilizzo, nonché con il maggior numero di iscritti ci permette di raggiungere determinati obiettivi.

1. Far conoscere la nostra azienda e i prodotti, generare awarness e creare consapevolezza.

2. Stimolare e far interagire i nostri utenti in modo da renderli protagonisti .

3. Creare delle community che gravitino attorno a ciò che proponiamo noi.

4. Fare Lead Generation: creare nuovi contatti con attività di interazione.

5: Vendere. Possiamo farlo direttamente da Facebook.

All’inizio ci concentreremo sui fan, quando avremo una massa critica possiamo ragionare sui dati che questi hanno prodotto.

 

USARE INSTAGRAM

Gli under 25 passano oltre mezz’ora al giorno su Instagram, Facebook invece è considerato un social per vecchi, o comunque da genitori. I millennial e la generazione z scrivono sempre meno, condividono però foto e storie e utilizzano gli elementi grafici messi a disposizione dalle piattaforme.

Instagram però può generare revenue, in quanto si dice che 7 utenti su 10 acquistino un prodotto dopo averlo visto su Instagram.
Questa piattaforma la possiamo inserire nel nostro flusso di lavoro per stimolare un acquisto basandoci sull’emotività.