Un oggetto non è solo la chiave per soddisfare un desiderio o un bisogno, ma la chiave per un’esperienza da condividere con altre persone.
Consumare significa logorare, distruggere, rovinare un bene utilizzandolo.
Quindi quando consumiamo possiamo dire che stiamo logorando e distruggendo un bene per trarne beneficio, soddisfazione, da un utilizzo che ne porta al logoramento.
La domanda è questa: perché consumiamo?
Perché traiamo beneficio dal possedere oggetti che, nel loro utilizzo si logorano, appunto, si consumano?
Vi sono tante teorie al riguardo ed una che mi appassiona tantissimo è quella di Bernard Cova, quella del marketing tribale.
Questa teoria presuppone che lo studio del soggetto consumatore non va osservato come un singolo in cerca di soddisfare un bisogno, ma come qualcuno in cerca di esperienze, esperienze che vuole condividere con delle altre persone.
I legami descritti dal marketing tribale sono:
- legami flash: frutto del desiderio di entrare in contatto con qualcuno senza che questa duri;
- piccoli mondi: poche relazioni interconnesse;
- tribù/clan: si creano attorno ad un oggetto di culto;
- immaginario comunitario: sentirsi in un insieme immaginario di persone che condividono la stessa identità attorno al consumo di un prodotto dal carattere mitico.
Nella società contemporanea si manifesta più il desiderio di appartenere idealmente ad una comunità, che essere veramente parte ad una comunità stessa.
Questa esperienza viene offerta tramite il consumo di un bene.
Ecco, io credo che nella società moderna si consumi appunto per due motivi principali: appartenere e differenziarsi, da un lato vogliamo stare all’interno di una cerchia, dall’altro vogliamo essere unici a modo nostro.