Da brand canonico a brand fatto di conversazioni.

Nello studio accademico di brand e pubblicità sia da un senso alle cose: il testimonial comunica, il logo comunica, il brand comunica, l’azienda comunica.
Tutto è controllato dall’azienda che lancia i suoi messaggi e grazie a questi controlla la propria identità.

Nell’era del marketing 4.0 cambia il modo di comunicare, il messaggio non resta più dentro gli spazi acquistati (giornali, tv, affissioni), bensì viene trasmesso, ricevuto, assimilato, si evolve e viene rilanciato al mittente.

Confesso che anche per me anni fa è stato strano vedere che nel computer aziendale abbiamo chiesto al responsabile IT di sbloccare Facebook per poter lavorare e passare ore del nostro tempo d’ufficio proprio su un sito che fino a quel momento avevo sempre utilizzato a scopo di svago.

Il paradigma è cambiato, il controllo ora è delle conversazioni.

Termini come Facebook, Instagram, tag, community, social media marketing, sono entrati nel vocabolario dei pubblicitari di oggi in quanto non sono una tendenza, ma l’evoluzione della comunicazione.
Le conversazioni sono il nuovo modo di fare pubblicità, gli hashtag sono il nuovo slogan e il consumatore si è riscattato dall’antica posizione di subalternità e passività.

 

Da consumatore a…

ConsumATTORE: informato e competente, selettivo e infedele alla marca;

consumAUTORE: produce contenuti e giudizi, influenza gli acquisti diventando anche opinion leader;

consumatoRE: sfuggendo ai target guida la relazione imponendo all’impresa il passaggio da una logica della transazione a quella della relazione.

Come cambiano le dinamiche nel digital marketing

Brand, media, audience, ora si sovrappongono.

Persone: sono loro stesse a pubblicare opinioni, esperienze e preferenze.

Media: imparano a evolvere, a mano a mano che la tecnologia evolve aumentano l’amplificazione alla voce del consumatore.

Contenuti: sono la nuova forma di advertising, l’inbound marketing è la nuova campagna pubblicitaria.

Brand: non si possono più limitare a strillare in merito ai propri prodotti e servizi, devono scendere nella piazza e trovare il sistema di far parlare bene di sé, costruendo prodotti di qualità, customer service adeguati e seguire le conversazioni.

I brand devono diventare media machine, produrre contenuti utili, rispondere alle conversazioni, tracciare i dati ed agire di conseguenza.

Queste le più frequenti evoluzioni che si osservano in ambito web marketing:

  • dal prodotto ai servizio;
  • dalla conquista di nuovi clienti all’importanza della customer retention;
  • dalla comunicazione one-to-many alla comunicazione one-to-one;
  • dai clienti passivi ai clienti attivi;
  • relazione fondata su etica, fiducia, sostenibilità.

Il fattore F

Il fattore F (F-factor) è costituito dall’insieme dei termini inglesi Friends, Fans e Followers.
Amici come amici di Facebook, Fans per la propria pagina, Followers al proprio profilo Instagram.
Non è vero che più ne abbiamo meglio è, ciò che conta è la qualità della relazione con gli stessi. Avere centomila follower per pubblicare una foto e ottenerne tre like non ha molto senso, anzi, diventa controproducente.
Fattore F identifica come sia importante curare le proprie relazioni 4.0 nel marketing digitale in quanto sono proprio quelle che alla fine creeranno conversazioni virtuose nei nostri confronti.

Pensare So.Lo.Mo.

Acronimo di Social, Local e Mobile, rappresenta la nuova frontiera degli ambienti di comunicazione.
Pensare alle conversazioni e a curare la presenza nei social, pensare local si intende di pensare alla prossimità, al marketing dell’ubicazione, alla possibilità di targettizzare un’inserzione a chi si trova nelle vicinanze, pensare mobile si intende che tutti siamo iperconnessi, con un dispositivo in tasca al quale facciamo accesso decine di volte al giorno.

(Parte dei contenuti sono presi da: Pubblicità, istruzioni per l’uso – Cecilia Casalegno)