Comunicare, cosa semplice, la facciamo tutti i giorni e anche se non facciamo nulla, comunque comunichiamo. Ma cos’é la comunicazione?

Che cos’é la comunicazione?

Ogni giorno parliamo di comunicazione: qualsiasi cosa postiamo nei social è comunicazione, qualsiasi cosa diciamo ad una persona vicina a noi è comunicazione, quando scriviamo dei testi per un sito che gestiamo è comunicazione e ogni messaggio che mandiamo con il nostro cellulare è comunicazione.

Ciononostante, ci siamo mai chiesti cosa sia in realtà e quali definizioni le siano state attribuite?

Le mille facce della comunicazione

La comunicazione è un’attività sociale, si può svolgere all’interno di gruppi: socialità e comunicazione sono due cose diverse, tuttavia interdipendenti.

La comunicazione è alla base dell’interazione sociale e delle relazioni interpersonali. Si tratta di un qualcosa che prevede partecipazione e condivisione dei significati, possiede una matrice culturale poiché può funzionare all’interno di una comunità che ne condivida i segni.

Pensiamo a due persone che si scontrano in auto in un parcheggio. Scendono e cercano di capire cosa sia successo, cercano di comunicare, spiegandosi tra loro e capire di chi sia la colpa. Lo fanno cercando di comprendersi, parlando tra di loro con la loro lingua.

Se la cosa succede con un turista che non parla la nostra lingua non avviene la stessa cosa, tuttavia con il linguaggio dei segni uno può far capire all’altro di chi è stata la colpa, può far capire se è arrabbiato all’altro o se è dispiaciuto, semplicemente a gesti o con la mimica facciale.

Questo perché la comunicazione si basa sulla comprensione e la condivisione di un codice, una matrice di significati.

La comunicazione non è mai neutra o indifferente, ma è sempre connessa con l’azione, comprende sempre una serie di significati: vi è quella menzognera, quella ironica, quella sarcastica, seduttiva, eccetera.
La comunicazione è, nell’ambito umano, un’attività sofisticata.

 

L’approccio matematico alla comunicazione

La comunicazione è passaggio di un’informazione. Come in informatica la comunicazione secondo un approccio matematico è il passaggio di un dato da A a B.

La comunicazione è

  • espansiva: informazione genera informazione;
  • comprimibile;
  • trasportabile.

Secondo la teoria di Shannon e Weaver (1949) la comunicazione può essere rappresentata da questo schema:

Una persona (fonte) emette un messaggio che è soggetto al suo modo di esprimersi, di vedere le cose, di comunicare, legato al suo parlare, lingua, conoscenza grammaticale (encoding) per mezzo di un trasmettitore che può essere la sua voce, o la cornetta del telefono arrivando ad emettere quindi un segnale.

Questo messaggio è soggetto, passando per il canale (filo del telefono, aria fisica tra due persone, rete di dati) ad un rumore che ne disturberà il segnale.

Arriverà all’altra persona de ne farà la sua decodifica secondo ciò che conosce, che pensa, che sa elaborare e ne avremo così un messaggio consegnato ad un destinatario.

L’informazione secondo Shannon alla base del principio comunicativo è una scienza ampia, non tanto quanto all’inizio, dalla fonte, ma quanto ciò che avviene nel passaggio e nelle probabilità di ciò che arrivi al destinatario.

 

L’approccio semiotico: al comunicazione  come segno

La semiotica è la scienza dei segni: la comunicazione in questo approccio è alla base del generare significati.

Nello schema semiotico abbiamo tre attori:

  • L’espressione: il segno, il simbolo, la rappresentazione dell’oggetto.
  • La referenza: la rappresentazione mentale del segno (l’immagine del cane).
  • Il referente: l’oggetto nella sua realtà fisica (il cane Ginger della mia amica Alessandra).

Ogni simbolo è un prodotto culturale che esprime contenuto culturale.

Il segno è l’unione di un’immagine acustica (il suono della parola cane: k-a-n-e) come viene udito pronunciarla e dell’immagine mentale (penso ad un animale con quattro zampe con il pelo lungo o corto).

La comunicazione si avvale quindi di segni per costruire dei significati.

 

L’approccio pragmatico: interdipendenza fra testo e contesto

La pragmatica è la scienza che si occupa dell’uso dei significati, ossia come un “chiudi la porta” detto in vari modi assuma diversi significati.

Il significato non è mai statico, non assume sempre la stessa connotazione, bensì è dinamico, a differenza di una parola scritta che rappresenta sempre sé stessa. Ciò che cambia è il significato che viene fato alla parola a seconda del contesto, che è appunto dinamico.

Sentir pronunciare “i cani sono animali” da un professore alla prima lezione di biologia del liceo ha tutto un altro significato se viene sentito pronunciare da una persona che si lamenta di un cane abbaia costantemente.

La pragmatica appunto studia il rapporto tra testo e contesto.

Vi sono tre tipi di atti nel dire qualcosa:

  • atti locutori: ciò che stiamo dicendo
  • atti illocutori: l’intenzione comunicativa
  • atti perlocutori: spronare all’azione

Per esempio:

  • atto locutorio: un impiegato sente una scossa e grida: “attenti c’è il terremoto”;
  • atto illocutoro: l’impiegato sta descrivendo una situazione di pericolo;
  • atto perlocutoro: l’impiegato sta invitando tutti a lasciare se possibile l’edificio o a mettersi al riparo.

La forza illocutoria è data dall’ordine delle parole, dal tono della voce, intonazione, ecc.

 

Cooperazione nella comunicazione.
La comunicazione è un processo nel quale un soggetto intende far sì che un ricevente pensi, comprenda o faccia qualcosa.
A sa che B sa che A sa che B (così all’infinito) che A ha una determinata intenzione.

E così comunicazione notizia sono due cose diverse: la notizia è l’emissione di un enunciato (visivo o uditivo o entrambi) da parte di A e il soggetto B (o tanti soggetti B) lo riceve. La comunicazione prevede invece che A voglia rendere consapevole B di qualcosa.

Così si parla di principio di cooperazione che implica una condivisione di significati tra dei soggetti: non si impegna solo chi parla ma si impegna anche chi deve comprendere e A conosce che B lo sta facendo.

Alla domanda “sai che ore sono?” la risposta “uhm, è appena passato il treno delle 7.30” implica che anche se sembra inappropriato nella risposta ci sono indizi che decodificati danno una risposta.

 

L’approccio sociologico

La sociologia è la scienza che definisce l’uomo come animale sociale, un individuo studiato all’interno di una comunità e i suoi rapporti con gli altri.
La microsociologia si occupa di studiare fenomeni come la routine del quotidiano, mentre la macrosociologia studia i processi che riguardano le grandi organizzazioni.

La conversazione si combinano due forze: il verbale (ciò che viene detto) le mosse non verbali (la postura, le espressioni facciali, il tono della voce).

Esistono delle regole entro le quali inquadrare le proprie sequenze comunicative e la scelta di queste regole è determinata dal frame, ossia il luogo entro il quale si realizza lo scambio comunicativo.

Il concetto di frame ci aiuta ad avvicinarci alla comunicazione come un qualcosa di contestuale, contaminato da linguaggi e ambienti dove essa può mutare.

L’approccio Psicologico relazionale

Essere in comuncazione secondo Bateson (1972) significa essere al centro e costruire delle reti di relazioni.

Vi sono due elementi: la notizia (il messaggio senza contaminazioni, l’enunciato prodotto) e il comando (il significato della notizia, cioè cosa chi parla vuol realmente dire).

Quando A dice a B “fai più attenzione la prossima volta”, la notizia è la frase così come la leggiamo, così come è scritta in questo articolo.

Il comando invece potrebbe essere:

  • hai fatto una cosa grave e adesso devo metterci io una toppa;
  • è una battuta bonaria;
  • hai fatto un buon lavoro, però poteva essere migliore con dei piccoli dettagli trascurati.

Così abbiamo due elementi: la comunicazione (i contenuti) e la metacomunicazione (la comunicazione che ha oggetto la comunicazione stessa).

La comunicazione produce la definizione di sé e dell’altro: ecco come sono, ecco come ti vedo, ecco come sei tu secondo me.

 

Definire la comunicazione

Potremmo definirla in questo modo:

La comunicazione è lo scambio interattivo osserbabile tra due o più partecipanti.

Le funzioni della comunicazione:

  • Proposizionale: serve ad elaborare, organizzare e trasmettere conoscenze.
  • Relazionale: generare e sviluppare, mantenere, rompere una relazione.
  • Funzione espressiva: la comunicazione è alla base della creatività. L’arte ne è un grande esempio.

Possiamo dire quindi che la comunicazione è l’azione di un ente che esprime un messaggio e questo, soggetto ad un contesto e a delle interferenze viene captato ed elaborato da uno o molti altri soggetti che a loro volta, ne danno, anche involontariamente, un feedback.